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La rabbia delle mamme

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di Luisa Contrafatto

In una scena del film “Io e Marley” troviamo la protagonista Jenny che riesce (dopo un’immaginabile fatica) a mettere a nanna due figli piccolissimi e a stendersi un momento sul letto per riprendere le energie. Peccato che, per colpa dell’irrequieto cane Marley, il trambusto riprende e Jenny si ritrova a gestire l’ennesima situazione di emergenza. Possiamo quindi capirla quando se la prende con il marito John che se ne esce con un’infelice frase sulla depressione post parto. Jenny non è depressa: è arrabbiata, esausta, incompresa, disorientata nello scarto tra illusione e realtà della maternità. Jenny è in quel momento abitata da una moltitudine di emozioni, potenti e ambivalenti, che la portano a una bella sfuriata con il marito.

La rabbia è utilissima per liberare sentimenti, sensazioni e paure che spesso non hanno altre possibilità di espressione
. Come tutte le emozioni è una buona bussola interiore, portatrice di conoscenza, che ci informa su bisogni sottostanti forse un po’ trascurati. Legittimare ed esplorare la rabbia e tutte le emozioni a essa collegate permette di dar voce ai questi bisogni celati e restituisce la libertà, ma anche la responsabilità, della loro espressione o comunicazione.

È dopo lo sfogo della rabbia ma grazie al suo contenimento che Jenny ha la possibilità di parlare con il marito di come sta veramente, del suo cambiamento, del suo bisogno di sentirlo vicino e alleato e con lei scopriamo che ci si può sentire più forti come persone e come coppia, proprio nel condividere la propria imperfezione.

Le Dott.sse L. Contrafatto e S. Bottari, psicologhe psicoterapeute, vi aspettano venerdì 3 febbraio per condividere questa e altre riflessioni su La Rabbia delle Mamme